

Parrocchia San Giorgio Martire
di Valperga
LA CHIESA PRIMITIVA
La prima indicazione delle sue origini è data dalla scritta sul frontale:
D. MARGARITAE POPULI DEIN SODALITII RELIGIO DEO UNI
TRINO OFFICIISQUE
PAOCHIALIBUS ILLUSTRIUS
DICABAT
(Dalla pietà del popolo venne dedicata dapprima a S. Margherita, poi, dalla Confraternita, più degnamente alla SS Trinità, infine destinata alle funzioni parrocchiali)
Il primo nucleo della chiesa era costituito dalla cappella intitolata a Santa Margherita, fatta costruire nel 1355.
La più antica notizia viene dalla convenzione del 1454 fra il comune di Cuorgnè ed i Conti di Valperga dell'archivio comunale di Cuorgnè. Stabiliva che se i Cuorgnatesi avessero sospeso il pagamento di un tributo convenuto (patto del 1419) i Conti avrebbero avuto il diritto di prendere 48 Cuorgnatesi ex ditioribus dicti loci (tra i più ricchi) electi per dictos dominos e tenerli in arresto a Valperga ad Sanctam Margaritam loci Valpergiae finchè la Comunità non avesse pagato il debito. Non v'è dubbio trattarsi della primitiva chiesa di S. Margherita.
Altra notizia viene dal testamento del 1527 con il quale il Conte Francesco di Valperga fu Pietro fondava il beneficio di S. Margherita (poi soppresso dal Regio Demanio nel 1831). Il sacerdote beneficiato aveva l'onere della "messa quotidiana e festiva all'ora più conveniente nella chiesa di Santa Margherita”.
All'origine probabilmente s'intese la santa Margherita Martire ed in seguito la "da Cortona" (morta nel 1297) come anche oggi S. Antonio da Padova viene scambiato nel culto con S. Antonio Abate e viceversa.
In base ai dipinti pervenuti si può dedurre che cinque delle cappelle laterali della chiesa originaria fossero dedicate a S. Sebastiano, ai SS. Antonio Abate e da Padova, al Crocifisso, alla Madonna del Rosario, alla Madonna della Cintura; nella sesta il Battistero. Sull'altar maggiore doveva esserci un dipinto o una statua di S.Margherita, non pervenuti. La struttura della chiesa di Santa Margherita era ad una sola navata per i primi 11 metri con sei cappelle laterali inserite nel muro; per altri 11 metri era a tre navate con l'altar maggiore in fondo, probabilmente anch'esso inserito nel muro a centro.
Non si trattava quindi di una semplice cappella campestre, ma di una chiesa talmente ampia da eguagliare la parrocchiale di S. Giorgio.
La Chiesa di San Giorgio, eretta dai conti accanto al castello, è stata a lungo la chiesa parrocchiale del paese, ma da tempo la popolazione lamentava disagi nel raggiungere la chiesa, collocata sulla sommità del colle, così nel ‘600 cominciò una lunga diatriba con i castellani per l’uso della chiesa in centro al paese.
La contesa si protrasse a lungo, in quanto i castellani non erano intenzionati a rinunciare alla posizione di prestigio della chiesa accanto al castello.
Il passaggio del titolo della chiesa da S.Margherita alla SS. Trinità pare dovuto al prevalere in paese della Confraternita della SS. Trinità. Dal sec. XV al XVII a Valperga risultano presenti due Confraternite: della SS. Trinità per gli uomini e della Cintura per le donne (poi passata in quella delle Umiliate). Mentre le donne si sono accontentate di avere per il proprio sodalizio un semplice altare nella chiesa, di cui fan fede i quadri pervenuti, gli uomini si presero la chiesa intera.
Scrive infatti il Bertolotti che "la nuova chiesa della SS. Trinità, prima sotto il titolo di S. Margherita, fu cappella, poi confraternita della SS. Trinità aggregata all’ Arci-confraternita della città di Roma, 1° giugno 1585”.
Si concesse quindi alla popolazione l'utilizzo della centrale chiesa della SS. Trinità come chiesa parrocchiale, ma si dovrà aspettare fino al 1803 per vedere ufficialmente riconosciuto il trasferimento.
GLI INTERVENTI
L’attuale assetto della chiesa è il risultato di tre ampliamenti.
Nel 1623 si effettuarono i primi interventi sull'edificio per la ricostruzione delle parti in rovina, ma il primo ampliamento più consistente risale al 1710, quando il coro dietro all’altare viene reso più spazioso per ospitare la Confraternita.
Il secondo ampliamento, avvenuto nel 1730, vede la Confraternita e il Comune impegnati a rimodernare la chiesa, interpellando quello che era ritenuto uno dei migliori architetti di tutto il Piemonte, Bernardo Vittone. Il progetto da lui presentato comportava però una trasformazione radicale dell'impianto seicentesco della chiesa, con spese troppo elevate da sostenere.
Le autorità cercarono dunque un compromesso, ma il Vittone preferì ritirarsi dall'incarico.
E' allora che l’amministrazione decise di rivolgersi all'architetto Costanzo Michela, conosciuto in Canavese per il gioiello barocco della Chiesa di Santa Marta ad Agliè.
Proprio a Costanzo Michela appartiene l'impostazione attuale della chiesa della SS.Trinità, il cui progetto ha previsto l'ampliamento del primitivo edificio, con la realizzazione delle tre navate, la costruzione della facciata e del piazzale antistante, costruito per dare risalto alla struttura architettonica del fronte.
- Il campanile
Vista la nuova configurazione della chiesa, si optò anche per la demolizione dell'antica torre campanaria, ormai non piu' funzionale, e si procedette alla costruzione di un nuovo campanile. L'iter, lungo e complesso (1777-1792), rispose ad un progetto ambizioso, opera dell'architetto Ludovico Bo, canavesano di San Maurizio, attivo presso il cantiere della Palazzina di Caccia di Stupinigi e con particolari legami con Valperga in quanto sposa in seconde nozze certa Vittoria Caterina Boggio, dalla quale non ha prole come peraltro neanche dalle altre due spose.
Nel primo progetto il campanile doveva essere alto circa 71 metri (altezza maggiore di quella finale). L'opinione popolare ha inventato una storia un po' “fantasiosa”: si giustificò questa limitazione motivandola col fatto che dal piano campane, o comunque dalla sommità del campanile, si potesse osservare con l'ausilio di un cannocchiale, già in uso a quei tempi, quello che avveniva tra le mura del castello e, come tutte le leggende che si rispettino, può darsi abbia un fondo di verità.
Il progetto del Bò è ambizioso: si tratta di costruire non uno soltanto, ma due campanili, uno dentro l'altro; e parimenti, fra l’uno e l'altro far salire non una ma due scale, che, partendo alla base da due angoli opposti, si sviluppano una sull'altra in modo tale che chi ne infila una non si accorge che ne esiste un'altra: 217 gradini in pietra per ogni scala, acquistati presso una cava di Salto.
Nel 1781, giunti al piano delle campane, i lavori vengono sospesi, in vista delle spese straordinarie che la comunità è costretta a sostenere, si presume per la formazione di nuove strade; i lavori riprendono 9 anni dopo, ossia nel luglio del 1790 e terminano nel 1792 con il collaudo redatto e firmato dal Bò nel luglio dello stesso anno.
Il campanile, interamente in laterizio a vista, presenta una struttura originale, divisa, attraverso una serie di cornicioni, in otto campate che contengono un disegno interno sempre piu' elaborato mano a mano che aumenta l'altezza. I capitelli delle lesene sono decorati con vari ordini architettonici: tuscanico, dorico, ionico, corinzio e composito. Il campanile, a partire dalla base fino alla sommità della croce, raggiunge i 63.50 metri e con la sua altezza si impose facilmente nel panorama della scena urbana e divenne orgoglioso simbolo del paese.
Nel 1980 per mezzo della Ditta Trebino di Uscio (GE) sia l’orologio che le campane vengono dotate di apparecchiatura elettrica. L'iniziativa parte dal Comune che sceglie la suddetta ditta per l’elettrificazione dell‘orologio, poi accettata anche dalla Parrocchia per le campane, con inaugurazione ufficiale il 1° maggio 1980. L'orgoglio dei Valperghesi per il loro campanile ne sollecita pressantemente l’illuminazione, visto che le quattro luci dell'orologio sono spente da tempo; si fa promotrice la Pro Loco Valperga Belmonte che prende accordi con il Comune per far appaltare i lavori.
L'inaugurazione dell'opera avviene il 27 marzo del 1982 presenti le autorità civili, le associazioni cittadine e molta gente desiderosa di godersi finalmente lo spettacolo.
A metà anni 90, poco dopo il duecentenario del 1992, il campanile viene sottoposto ad un’imponente opera di restauro delle murature e delle scale. Oggi il monumento è fruibile dal pubblico con visite guidate organizzate dalla associazione Pro Loco Valperga Belmonte.
- Il Fronte
Il portale d'ingresso, datato 1790, è in legno di noce, con intagli che ripropongono il triangolo simbolo della SS. Trinità, ed è sormontato da un sovrapporta ovale che contiene l'affresco, purtroppo sbiadito, della SS. Trinità fra testine d'Angeli; circondato da volute barocche. Le volute decorative inquadrano anche il soprastante finestrone e il triangolo alla sommità del fronte. La facciata è conclusa da guglie in ceramica di Castellamonte che contribuiscono a movimentarne l’architettura. Lo zoccolo in pietra è stato collocato successivamente, nel 1895, per sostituire i mattoni a vista ormai danneggiati nel basamento.
- Il Portale
Artistico portale del 1790, con battenti divisi in due parti, il superiore ad apertura indipendente per il passaggio del “trono” per le processioni. Reca inciso il triangolo della Trinità sotto una ghirlanda che scende a svolazzo entro vistose cornici. Fu realizzato, probabilmente su disegno del Michela, dagli artigiani Pietro Boggio e Francesco Roscio di Valperga.
- La Piazza
Il sagrato è stato sistemato nel 1971 con parti lastricate (che incorporano i paracarri delimitanti la piazza) e parti in cubetti di porfido.
- L'antico cimitero
L’interno della chiesa fu luogo di sepoltura, la parte centrale delle tombe davanti alla balaustra era riservata ai parroci. Dopo l’ampliamento della chiesa per le sepolture venne utilizzato un cimitero esterno, a lato della chiesa, che cessò di funzionare nel 1812 (su quell’area venne edificata la cappella della Madonna). Il cimitero principale fino alla stessa data fu quello sulla collina del castello, in prossimità della chiesa di san Giorgio.
- Canonica e Oratorio
Ha particolari che la fanno risalire al ’600. Facciata barocca verso il cortile con una splendida scala semiesterna. Fu acquistata per il parroco dalla Comunità nel 1830, dopo il trasferimento della attività parrocchiale da S.Giorgio alla SS.Trinità. Notevoli alcuni interni per i graziosi soffitti e l’antico pozzo dell’androne. Suggestivo il camminamento coperto verso la sagrestia. Nella parte rustica annessa alla canonica, un tempo adibita a depositi e cantina, sono stati ricavati recentemente i locali per le attività di oratorio.
- L'interno
L’interno è a tre navate, le sei cappelle che si affacciano sulle navate laterali contengono quadri con soggetti legati al tema a cui è dedicata la cappella.
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Cappella del battistero. Prima a destra, ha la vasca in marmo su pilastrino, la piramide in legno di forma ottagonale con scomparti a rilievo e due cerofori laterali. In alto tela del Battesimo di Gesù.
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Cappella del Crocifisso. Seconda a destra, detta anche di S. Domenico o di S. Luigi. Dominata da una importante tela del 1604 (appartenente alla primitiva cappella di S. Domenico, di patronato della famiglia Rubino) raffigurante un crocifisso barocco con ai lati S. Domenico e S. Luigi Gonzaga. In alto lo stemma gentilizio della nobile famigli Perini (celebre famiglia di notai) che riedificò la cappella nel 1760 (dopo aver acquisito nel 1755 il patronato della cappella originaria) e vi costruì anche il tumulo di famiglia.
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Cappella del Sacro Cuore. All’origine era dedicata alla Madonna della Cintura, in seguito fu chiamata cappella di S. Agostino; era gestita dalla Confraternita della Madonna della Cintura, promossa dagli eremitani di S. Agostino. La denominazione Sacro Cuore compare ad inizio ‘900 con il posizionamento sull’altare della statua relativa. Altare con maestosa esposizione lavorata e baldacchino (metà ‘700). Nella cupola sono dipinti quattro dottori della Chiesa, opera di Felice Barucco; dipinto dello stesso autore è quello del profeta Baruch nella parete a mezz’arco. Sotto, tela della Madonna della Cintura con i santi Agostino e Caterina, in origine pala d’altare.
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Cappella di S. Vincenzo de Paoli. Prima cappella a sinistra, pala d’altare con raffigurato il santo e uno stuolo di poveri. Altare in marmo del 1868.
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Cappella di S. Margherita e SS. Antonio. Oggi detta di S. Antonio, eretta nel 1750, pala d’altare con i tre santi. Altare in muratura, decorato con finto marmo, dello stesso periodo.
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Cappella della Madonna Liberatrice. In origine dedicata alla Madonna del Rosario, vi fu situata nel 1954 l’attuale statua della Madonna Liberatrice, il culto della quale è dalla metà del ‘500 legato al dipinto di P . Bonaventura Relli, presente nella chiesa di san Giorgio.
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La cappella invernale. Realizzata su iniziativa del parroco don Domenico Catti nel locale adiacente al presbiterio, è una sintesi tra la valorizzazione dell’antico e i principi proposti dalla riforma liturgica. Ospita una statua di Cristo in croce con caratteristici occhi aperti (rappresentazione di origine bizantina) che risale ai primi decenni del XIII secolo ed un tabernacolo del ‘600; nuovi sono altare e l’ambone di pietra.
L' altare maggiore dalle linee barocche, realizzato anch'esso su progetto di Costanzo Michela, presenta una ricca varietà di marmi.
Particolarmente elaborata la balaustra, forse opera di un artigiano canavesano. Il pavimento del presbiterio e i gradini della balaustra e dell’altar maggiore sono ancora quelli originali. Notevoli le porte laterali e i sovrapporta del presbiterio.
Sull’altare spicca il dipinto su tela raffigurante le tre persone della SS. Trinità: il Padre, il Figlio con il vessillo della croce e lo Spirito Santo in forma di colomba. Ai piedi, in adorazione, troviamo: San Giorgio, patrono della parrocchia, Santa Margherita, primissima titolare della chiesa e San Rocco, patrono delle malattie infettive.
In un angolo è rappresentato il panorama del castello e della chiesa di san Giorgio.
La tela fu restaurata nel 1896 dal pittore Felice Barucco. L’imponente cornice dorata è circondata da angeli che alla sommità reggono la corona, simbolo di Cristo Re.
Notevole la monumentale cornice, con angeli dorati che sorreggono candelabri e la grandiosa corona.
Il pulpito in legno risale al 1765 e i pannelli finemente intagliati, opera dello scultore Cristoforo Serra, riproducono scene bibliche ed evangeliche: la moltiplicazione dei pani, la consegna a Mosè delle tavole della legge e Mosè che spezza le tavole per lo sdegno contro il popolo che adora il vitello d’oro.
Il primitivo organo della ditta Concone del 1754 venne ricostruito nel 1868 dall’organaro Pietro Barchietti, utilizzando parte del materiale del precedente. E’ a singola tastiera ma ricco di registri.
- Restauri 1967-1974
Nel 1853 una perizia verificò il cedimento di due pilastri; la struttura venne riportata in sicurezza nel 1855. Nel 1963 venne ampliata la balconata dell’organo.
Si pervenne ad un restauro radicale con il parroco don Vincenzo Rubatto: nel 1967 si iniziò con il ripristino degli stucchi e la decorazione di volte e cupole sotto la direzione artistica del prof. Dalle Ceste, tra il 1968 e 1971 si provvide al rivestimento in marmo dei pilastri e sostituzione di alcune vetrate, nel 1973 la sistemazione delle ampie cappelle laterali, infine nel 1974 il rifacimento del pavimento in marmo su disegno del parroco stesso. L’inaugurazione avvenne il 3 marzo 1974.
![]() Piazza della Chiesa, 1940 | ![]() Il Campanile, Clemente Rovere-1847Clemente Rovere,nato a Dogliani nel 1807 e "segretario di seconda classe"nell'Amministrazione Regia, nel 1826 inizia il censimento grafico del territorio piemontese. A lui si devono le illustrazioni di 173 località della Provincia di Torino, tra cui la città di Valperga. | ![]() Il Campanile -oggi- |
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![]() Chiesa SS. Trinità. 1847.jpgDisegno di Clemente Rovere | ![]() Il campanile -1933- | ![]() Piazza della Chiesa, 1955 |
![]() Chiesa SS. Trinità 1953 | ![]() Chiesa SS. Trinità, 1955 | ![]() Pianta della ChiesaStruttura della Chiesa primitiva e degli ampliamenti successivi |
![]() Tippo-1731-particolare | ![]() Altare maggiore, 1941 | ![]() Festa della Madonna Liberatrice,1969 |
![]() Cappella Sacro Cuore, 1935 | ![]() Cappella Madonna del Rosario, 1931 | ![]() Priori festa Liberatrice, 1969 |
Bibliografia:
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Don Vincenzo Rubatto, La chiesa comparrocchiale della SS.Trinità a Valperga, Tipolitografia Egizia, Torino 1982.
-
Boggio Teodoro, Note storiche sulla comunità di Valperga, Litografia Bolognino, Ivrea 1997.
-
Beria Daniela, Possetti Patrizia, I campanili dell’architetto Antonio Ludovico Bo a San Maurizio Canavese e Valperga: progetto di conservazione, Tesi di Laurea, relatore Maurizio Momo, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino, a.a. 2001-2002.
-
‘L ciochè ‘d Valperga, bollettino parrocchiale, numero speciale dedicato al primo anniversario della scomparsa di Don Vincenzo Rubatto, agosto 2010.
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Pollino Piero (a cura di), Guida turistica e sportiva delle Valli Orco-Soana , Sacra e Alto Canavese, Fratelli Enrico Editori, Ivrea 1976
Un ringraziamento particolare a Elena Cerutti e Piero Vacca Cavalotto per il materiale fornito e l'aiuto nella realizzazione di questa sezione del sito.